N° 3/2022
Divulg..

AFG: Modellare e differenziarsi con l’oggettività dei numeri!

Differenziare lo studio o il laboratorio con una professionalità superiore basata non più sull’estro individuale, ma su conoscenze e capacità oggettivate dai numeri nei denti è il nuovo fronte con cui ci si può distinguere. AFG è una tecnica di modellazione dentale che si è trasformata in “sistema”. Non può più bastare differenziarsi con le apparenze, il lusso o la stessa tecnologia, tanto in voga. Con AFG il professionista acquisisce straordinarie abilità ricostruttive dell’anatomia dentale - ma anche straordinaria forza comunicativa mai vista prima. Una tecnica di modellazione fine a se stessa non serve a nulla se non si trasforma in “sistema” oggettivo di progettazione, realizzazione, “vendita” e comunicazione di ciò che si fa in modo unico e inequivocabile. Al centro di AFG ci sono i denti umani funzionali che rispettano la natura e i suoi codici numerici molto “ripetitivi” nel loro progetto invisibile. AFG legge le forme dentali stilizzandole e riducendole a schemi geometrici codificati in grado di guidare ogni gesto delle mani e ogni parola di presentazione, spiegazione o di difesa del lavoro, tanto per i dentisti quanto per gli odontotecnici; un immenso lavoro di ricerca partito circa 30 anni fa per rendere accessibile a tutti l’eccellenza. I miei primi appunti risalgono al 1991, dove iniziai a mettere su carta le mie sofferenze provocate dalla sfida quotidiana di imitare la natura. Le scuole d’oltreoceano mi avevano deluso quasi quanto quelle nordeuropee, dove la ricerca spasmodica di dati extradentali aveva condizionato e “sformato” le forme che a me sono sempre risultate, finte, inventate, meccaniche o addirittura assurde! Ebbi l’ispirazione notturna di cercare di umanizzare quegli “Avatar” anatomici, quotidianamente denominati “capsule”, sul piano delle dimensioni. Col calibro in mano mi si è svelato un mondo di meraviglie matematiche semplici, di combinazioni geometriche stupefacenti che mi hanno dato e ancora lo fanno, una soddisfazione interiore immensa, prodotta da quella strana sensazione che ti senti addosso quando prendi consapevolezza di aver trovato ciò che cercavi.

Dopo 8 anni, nel 1999 tenni la prima conferenza AFG in un convegno organizzato dall’università di Tor Vergata (Roma). Mi accorsi di aver suscitato un grande interesse, soprattutto quando feci riferimento ai codici numerici e al gioco delle diagonali dentro e fuori la forma dei denti. Erano gli albori, la tecnica era ancora un primo principio di didattica della modellazione dentale, per quanto innovativo, ben lungi dal “sistema” a 360° di oggi, dove dalla modellazione si arriva dritti ad una nuova gestione globale delle relazioni tra professionisti e di essi col paziente, attraverso criteri oggettivi che non lasciano più nulla al caso. Un sistema di procedure codificate che controlla progettazione ed esecuzione in modo minuzioso. Un criterio di calcolo per codici sovrapponibile a quello dei sarti e degli archeologi su cui si appoggia la coordinazione- cerebro-manuale necessaria alla realizzazione pratica; aggiungiamo poi le tecniche di base della pittura e della scultura- che da millenni sono patrimonio culturale della nostra penisola e di tutto il mediterraneo. Un procedimento sovrapponibile a quello descritto nei maggiori testi di anatomia per gli artisti.

 

Nel 2002 presentai il lavoro al mondo con un articolo in 6 lingue (Dental Dialogue - Team Work Media) quasi in contemporanea con i primi corsi che avevo tenuto nell’anno precedente. Dapprima lavorai solo sui denti posteriori dove i riferimenti per usare un calibro erano più evidenti, solo 8 anni dopo uscii con i codici di riferimento per gli anteriori. Fu un duro lavoro ma alla fine dopo tante prove e calcoli statistici riuscii a semplificare il tutto e rendere AFG uno strumento di lavoro pratico che interrompe l’improvvisazione nelle procedure di memorizzazione e modellazione della forma funzionale dei denti sotto tutti gli aspetti, medici e tecnici.

Si trattava alla fine dei conti di creare un concetto di anatomia umana normale anche in ambito dentale, uscendo dalle forme artificiali che le scuole gnatologiche ci hanno sempre propinato. Ripetere quindi ciò che è basilare in medicina anche in campo dentale. Se entravo in una libreria medica, trovavo molte proposte di testi di anatomia umana normale, guidata da geometrie e numeri: nel dentale invece c’era un vuoto totale da colmare, ovviamente in campo protesico, perché nel mondo ortodontico sono da sempre abituati a parlare con i numeri: anche se in forma limitata agli spazi disponibili. Non mi aveva mai convinto il modo di prelevare i dati per creare la forma delle scuole gnatologiche, anche perché, erano troppo concentrate sulle articolazioni temporo -mandibolari piuttosto che sui denti stessi! Un errore fatale che mi ha aperto porte inaspettate. Eppure, grandi autori stranieri e non come Wheeler o il nostro dott. Franco Noveri ci avevano già messo in guardia. I denti nascono a grandezza definitiva e sono già presenti quando delle ossa c’è ben poco! Quindi la relazione della forma dei tessuti con quella delle ossa è scientificamente inesistente, la loro relazione avviene solo a livello di posizione. Qualunque testo di embriologia può spiegare queste semplici cose, ma sembra che siano state ignorate pressoché totalmente e da sempre. A questo va aggiunto che i dati classici di tipo meccanicistico, provenienti dalle articolazioni temporo-mandibolari sono poco attendibili anche per oggettivare la posizione dei denti, essendo essi basati su una “matematica lineare” che ha la pretesa di descrivere un sistema complesso-caotico la cui matematica è agli albori. Il premio Nobel all’Italia del prof. Giorgio Parisi spiega esattamente questo, ma nel campo dentale sembra che esista una scienza numerica a parte. Il digitale offre opportunità di rilevamento dei dati molto superiore, ma anche qui siamo agli albori e solo pochi ne hanno compreso le potenzialità. AFG pur coprendo solo il campo della forma dentale e non della sua posizione, se non marginalmente, spiega come la natura pensa la forma come “forma funzionale” predisponendo le componenti anatomiche in un modo da prevedere e facilitare stabilità e movimento e lo fa con la matematica! Si potrebbe paragonare AFG ad una scuola di musica, dove con 7 semplici note codificate si possono creare sinfonie; senza una correttezza numerica di fondo però ci sarebbero solo stonature. Anche i criteri di esercizio sono sovrapponibili a quelli della musica: per generare una perfetta coordinazione cervello – mani ci vuole metodo rigoroso e percorrere principi di scomposizione e ripetizione, indifferentemente per dentista e odontotecnico. Il fattore tempo è ultimo ma non “ultimo” dei requisiti, in conservatorio si va per 10 anni, per l’anatomia dentale i 6 mesi richiesti da AFG sono di fatto il minimo indispensabile per avere solide conoscenze.

Nessuno ha mai imparato a suonare una chitarra in due giorni, AFG è di fatto un “conservatorio” della forma dentale.

AFG nel 2019 è stata oggetto di un premio prestigioso da parte dell’Ufficio di Presidenza del Senato della Repubblica Italiana (On. Sen. Pres. Maria Elisabetta Alberti Casellati). 

L’11 giugno nella sala Isma del Senato stesso, con cerimonia ufficiale dedicata, per la prima volta una tecnica in campo dentale veniva considerata orgoglio nazionale. Il richiamo e l’ispirazione oggettiva di AFG alla cultura Italo-mediterranea (Pittura-scultura, sartoria, archeologia, negli aspetti matematico-geometrici), nonché la diffusione internazionale in 13 lingue gli è valso un riconoscimento storico.

 

Autore

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Alberto Battistelli

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